Cicli di lavaggio

martedì, gennaio 05, 2010 - Pubblicato da Dan Angelo alle 03:08


Cito un pezzo tratto da "Il Piacere di soffrire" di Alain de Bottom.
< Un'ora dopo, a letto, Alice pensava amaramente a come lei fosse frammentata in una sconcertante gamma di sentimenti, simile a una serie di canali TV che un demonio petulante continuasse a cambiare con un telecomando.

  • Sul primo canale: era fiduciosa, contenta del proprio corpo, creativa, curiosa, divertente e a proprio agio con gli altri.
  • Sul secondo canale: si sentiva oppressa da un mucchio di paura non ben specificate che la lasciavano lì a rosichiarsi le unghie, svuotata d'energia echiusa con gli altri.
  • Sul terzo canale: uno stato fisico in cui il suo corpo era come un grumo di "porridge grigio e freddo".
  • Sul quarto canale: nel giardino del vicino l'erba era più verde e la sua vita era chiaramente peggiore di quella di quasi tutti quelli che conosceva.

Quando pensava a "trovare se stessa" più di ogni altra cosa intendeva trovare una se stessa, un canale che potesse offrirle un briciolo di stabilità e di riposo, e porre fine a quell'infernale asciugabiancheria. >


Tutti cerchiamo la stabilità e la tranquillità in noi stessi, ma spesso e volentieri siamo come Alice, una lista di canali di emozioni e di pensieri nei quali la nostra testa si diverte a fare zapping. Siamo felici, siamo infelici, siamo ottimisti, siamo pessimisti. Cosa siamo? Ci sono momenti in cui siamo come uno specchio rotto in tutti i suoi frammenti e ricomporci è un'impresa ardua. Siamo tanti pezzettini di un unico puzzle e il difficile è tenerli tutti insieme, per non lasciare quegli spazi vuoti e chiederci con che tipo di pezzo riempirci. Ma ci vuole tempo, molto tempo. C'è chi non smette mai di giocare con il puzzle di se stesso. Molti, direi.
"Ma se ti tagliassero a pezzetti il vento li raccoglierebbe".
E cerchi di tornare intero per il prossimo ciclo di lavaggio.