Post It Gialli

giovedì, ottobre 27, 2011 - Pubblicato da Dan Angelo alle 02:04
La giornata moriva tragli spiragli di luce.
Mi sento in difficoltà, non ho bene in mente cosa io possa scriverti. Devo chiudere gli occhi, serrare le meningi e rivolgere le pupille verso l'interno per vedere il meglio possibile cosa c'è dentro me. Mi pare di rivedere quella stanza bianca, che descriveva un po di tempo fa, quando ti stavo conoscendo. Non so se ricordi.
In quella stanza sentivo come se tu fossi entrata e la facevi un pò tua. Trovar le parole giuste per poter distinguere bene i dettagli di come sia ora, mi vien difficile. Non riuscirei a usare frasi abbastanza adeguate.
Sembra che ci sia qualcuno che io non posso nè vedere, nè toccare.
Credo, anzi sono sicuro che quel qualcuno sei tu.

Il Muro

venerdì, ottobre 21, 2011 - Pubblicato da Dan Angelo alle 12:05

Nero.
Vuoto e Nero.

Si sentivano dei passi che arrivavano ritmicamente come gocce nel silenzio, decisi quanto lo sbattere delle dure suola delle scarpe contro il pavimento. Un faro si accese ed illuminò quella figura che continuava ad avanzare imperterrito.
Era un uomo a torso nudo che portava con se una grossa mazza. I muscoli erano tesi, si potevano vedere chiaramente le vene gonfie e il peso della mazza posata su una spalla. Lui andava avanti con lo stesso ritmo, senza accelerare nè rallentare. L'ultimo passo fu più corto e di colpo si fermò. Con entrambe le mani prese la mazza e la poggiò a terra con un greve tonfo.

Un altro faro improvvisamente illuminò davanti a lui e comparve dall'oscurità un muro. Un muro fragile quanto spesso, mattoni che incastrati l'uno con l'altro si erano imposti di fronte a lui.

Si fermò a guardarlo per un po di secondi.
Lentamente spostò i capelli con una mano.

I muscoli si fecero ancora più tesi, i denti morsero le labbra e le ruvide mani strinsero saldamente il manico della mazza. Tutta la forza di quell'uomo ora si scagliava contro quel muro, il primo colpo andò a segno senza timore. Il rumore dell'impatto fece tremare tutto intorno. Subito dopo aver preso un respiro e partì un'altra mazzata verso il muro e così continuamente, violentemente senza sosta. Il sudore scendeva dalla fronte giù su tutto il corpo di quell'uomo che scagliava tutta la sua tenacia verso quel muro.Tutto era scandito dal fiato pesante e dal rumore del ferro contro i mattoni.

Sbam.
A un certo punto fece breccia nel muro inerme. E da quel primo foro veniva della tenue luce solare, viva a differenza di quella dei fari.
Egli posò per un attimo la mazza e ci si poggiò sopra per riprendere fiato. Poi avvicinando la faccia contro quel buco, scrutò in silenzio quello che c'era al di là di quel mucchio di mattoni. Da quel viso teso dallo sforzo ne nacque un tenero e sereno sorriso.

Si asciugò il sudore della fronte con l'avambraccio e ricominciò a picchiare più forte di prima.
Sbam.Sbam.
Sbam..