Bianca nave

giovedì, aprile 29, 2010 - Pubblicato da Dan Angelo alle 21:55


Le onde solitarie trasportano ombre
di un passato sconosciuto,
c'è ancora tempo per vincere le battaglie,
raccogli la tua fiducia.
Guarda oltre quella frase senza senso,
e vai, vai avanti,
non cedere alla pazzia
di chi si getta nelle tranquille tempeste.

Salva la tua anima, è quello che vuoi
e cerca il suo profondo essere.
Non farà morire il tuo piccolo spirito,
vieni, ora, su questa bianca nave.

Polvere di stelle

lunedì, aprile 26, 2010 - Pubblicato da Dan Angelo alle 01:56

“Certe notti ti senti padrone di un posto che tanto di giorno non c'è..”

L’ennesima colonna sonora della sua vita scorreva in quella fredda serata. Era sdraiato. Osservava il cielo. L’erba tanto verdeggiante di giorno, ora giocava a nascondino nell’oscurità, in attesa che il sole la venisse a trovare la mattina successiva. Anche lui giocava. Zaino sotto la testa, Coelho, Pirandello, Hosseini e Euripide erano stati levati del loro incarico per diventare improvvisati cuscini. La scura grandezza degli alberi contemplava un paesaggio silenzioso, mentre le lontane luci delle strade erano impegnate a mostrare un mondo rumoroso. Il suo cuore aveva battuto forte, rallentava, accelerava, si arrestava, viveva. Il suo corpo era un’autostrada dove innumerevoli emozioni passavano di li, tracciando un segno del loro passaggio. In quel momento si era fermato ad osservare le colorate tracce di quei sentimenti, di quei ricordi: nella sua mente era accucciato sul bordo della strada, ed osservava due mari, luci lontane, melodie stonate, farfalle colorate, leggeri passi ed ad un tratto anche il volo contrario di un colibrì.

Gli venne in mente allora una storia.

Durante un incendio
nella foresta, mentre tutti
gli animali fuggivano,
un colibri' volava in senso
contrario con una goccia
d'acqua nel becco.
"Cosa credi di fare?"
gli chiese il leone.
"Vado a spegnere
l'incendio!" rispose
il piccolo volatile.
"con una goccia d'acqua?"
disse il leone con
un sogghigno di irrisione.
Ed il colibri',
proseguendo il volo,
rispose:"Io faccio
la mia parte!"

“Che animale meraviglioso il colibrì..” disse a se stesso. In quel momento vibrò la voce di de Andrè..

“e il cuore impazzì e ora no, non ricordo da quale orizzonte sfumasse la luce”.

Si, il cielo era sfumato di un blu scuro profondo, un mare nel quale cominciavano a naufragare piccole lucciole luminose, le quali accompagnavano la pensosa luna che osservava le anime degli uomini dall’alto. Essa osservava anche lui. Nascosto tra la frizzante aria che penetrava la pelle, lui se ne stava a guardare il cielo, lo specchio di una vita fatta di luce e oscurità. Quelle luci tanto lontane, tanto alte, tanto faticose da raggiungere. Significavano sudore, significavano dolori, significavano ferite. Ma ne valevano davvero la pena? Eccome se ne valevano la pena.

“Complici e simili da credere alle favole..Coi nostri sogni in gola questa notte sembra fatta per noi…”

Alzò il volume della musica. Ma poi spense l’mp3.
Tra il dolce silenzio che ora lo accompagnava, sentiva riecheggiare l’eco delle melodie vibrare e sussurrare nell’aria. Lui era ancora lì a contemplare il soffitto di tutti gli uomini. Alzò le braccia, le allungava cercando di prendere gli astri nel cielo.
Cosa c’era di più semplice tra le cose belle che stringere a sé le stelle…

Mal di testa che ritornano..

venerdì, aprile 23, 2010 - Pubblicato da Dan Angelo alle 20:49
Guarda il mondo da un'altra prospettiva. Un filo d'erba è più grande di un albero. Anche tu puoi essere più grande.

Paura di te stesso.
Forse non sai che ci fai qui.
Forse non centri niente.
Forse stai qui per caso. O per fortuna.
Chi lo sa. Non c'è un perchè. Perchè spiegazione non c'è.
Ma ti senti spesso sbagliato. O per lo meno vedi sbagliato.
Sempre attento a dove mettere i piedi.
Sentito minacciato da ogni piccola sbavatura del tuo quadro.

Paura. Paura di aver perso solo la più piccola e insignificante certezza, sicurezza.
Ma tu, intanto, perdi tutto te stesso.

Eppure va bene anche cosi.
E le stagioni passano.
E i tempi scorrono.
E le persone cambiano.


Fragilità.
Ci cadi sempre dentro.
La combatti. Cadi nel fango. E ti rialzi.
Sporco.
Ti pulisci.
E cosi anche i problemi stupidi se ne vanno.
Si lavano via.
Basta non caderci di proposito e non sporcarsi di loro.
Non sei sbagliato. O meglio non lo sai.
Sei Tu.
Sbagliato o meno.
Non e' un tuo problema. Non deve esserlo.

La poesia

mercoledì, aprile 21, 2010 - Pubblicato da Dan Angelo alle 01:32

“Illusione ad occhi aperti, o piccola, con la tua splendida faccia, versa una  lacrima nel mio bicchiere, guarda quei grandi occhi...vedi cosa significhi per me, gelati e frullati, sono un angelo dell’illusione, sono una parata di fantasie; voglio che tu sappia cosa penso, non voglio che tiri più a indovinare, tu non hai idea da dove io provengo, noi non abbiamo idea di dove andiamo, alloggiati nella vita come rami nel fiume che scorrono a valle catturati dalla corrente. Io porto te, tu porti me … potrebbe essere, non so perché. Non mi conosci? Non mi conosci ormai?”

Deja vu

lunedì, aprile 12, 2010 - Pubblicato da Dan Angelo alle 22:15

Non so cosa culli il mio pensiero attualmente, è qualcosa di oscuro nascosto da un passato gigante che nasconde la via. Però voglio scoprire, voglio assaggiare l'aria attorno a me, avvicinarmici. Voglio riattivare tutti i miei sensi, come direbbe qualcuno forse significa vivere.
Riassaporare certe paure.
Riassaporare certe gioie.
Riassaporare certe emozioni.
Messe in pausa lì sul ciglio della strada.
Le sensazioni così parlano, un pò come non lo volevano fare da tempo, così con spontaneatà.
E stavolta c'è poco altro da fare, credo ci sia da dargli retta.

Non sai spiegare quel calore. "brucia, arde e freme".

Mondi paralleli

lunedì, aprile 05, 2010 - Pubblicato da Dan Angelo alle 16:51

Non è ancora mia abitudine.
Tuttavia ci sono quei muri invisibili
nati così per caso, così da soli
con la voglia di superarli
solo per tornare a visitare antichi giardini
nei quali era piacevole sentire l'aria
più semplicemente ammirare.
Eppure quello strano ostacolo
per un istante lo fissi
ma non ti avvicini.
E bevi dispiacere condito da amarezza.
Grigie sfumature di mondi paralleli.

Lievi dissonanze

sabato, aprile 03, 2010 - Pubblicato da Dan Angelo alle 01:05

Non temere.
Lo senti, si che lo senti.
Quella lenta vibrazione che ti scivola dentro.
Non si può ignorare.
Sono attimi. Attimi infiniti.
Tra respiri e battiti.
E tutto sembra sospeso nell'aria.
Galleggiare nel suono del vento.
Sospesi.
Senza fiato, perdersi.
Perdersi.
Avvolto da un emozionante abbraccio
di un soffio di Vita.

Sospiro.