Ci si rialza e si capisce di aver avuto ragione

mercoledì, maggio 19, 2010 - Pubblicato da Dan Angelo alle 23:23
Cara mia vita, ti vivo bene e non giri attorno alle persone o perlomeno penso tu per me hai altri obiettivi da compiere. Le persone che incontro, che conosco mi hanno sempre arricchito di qualcosa, abbiamo condiviso qualcosa. Certamente chi più chi meno, poi ci sono quelle persone che si legano più profondamente che sono importanti. Non comprendo se son dovvero io quello sbagliato, ma non credo perchè scrivo tutto ciò con il sorriso. Tutte queste persone le ho tollerate, ci ho discusso, ci ho parlato, mi ci sono abbracciato, le ho voluto bene. E voler bene, oltre tutte le difficoltà oltre gli osticoli. Ci si vuol bene. Vita, lo so non sei semplice, a partire dai rapporti con le altre persone fino alle guerre descrivendoti così banalmente. Lo so che forse non andrà a genio a chi si sentirà preso in causa, ma se ho sbagliato in qualche modo per loro dico sempre mi dispiace, sono umile e dico scusa. Non voglio essere nè egoista nè Egocentrico. E in tutto ciò a tutte queste persone io non credo di aver voluto recare fastidi, importunarle, anzi. Sono una persona che si fa sorprendere sempre dalle belle cose e dalle brutte. Tu vita sei fatta di pilastri: la famiglia, gli amici, l'amore, il lavoro e chi più chi ne metta. E se alcuni di questi pilastri cede, si che fa male. Ma il dolore lo si accetta, si soffre ma si lotta. Non c'è una lotta senza sofferenza. Cito:

"è pathei mathos:
imparo attraverso la sofferenza.
consapevole di questo prende la penna.
è vero: fa male.
ma l'ennesimo inchino non è dannato.
l'ennesimo inchino è katarsis.
liberazione.
scrive.
ride."

Ma la struttura regge, e io ti vivo. E bene. Felice di tutto ciò che posso avere ogni giorno, triste di tutto ciò che posso perdere ogni giorno. E ci sono quelle persone che possono essere piccoli pilastri di te, che messe insieme sono una grande colonna portante. E forse è la paura che vedi certe persone cambiare, è la paura di rendersi conto che su queste forse ti sbagliavi. Forse ti viene più facile lasciarle andare per la loro strada, ma ci sarà sempre quel dispiacere che loro erano un pilastro. E quel dispiacere che forse non lo erano davvero. Forse. Perchè le persone, son particolari e insostituibili.
Ma nonostante tutto le vuoi bene. Anche se sei diventato negativo, o ti ci hanno fatto diventare. Anche se non lo volevi. Sto bene con me stesso, anche se sbaglio, non lo faccio di proposito. Troppo analisi? Ma sto solamente attento ai miei pilastri e a te, cara vita. E anche se picchi duro, sai dare anche le carezze!
L'indomani abbiamo ancora tanto da fare cara mia e bene.
Cosa vuol dire bene? Per me vuol dire tante cose, poi chi lo sa

Parole non mie

Pubblicato da Dan Angelo alle 01:39

"Se è follia allora va bene così, il bello della follia è che nessuno può pretendere una spiegazione da essa. Se è crescita dovremmo pensarci un attimo, troppo facile e razionale. Chiamiamola follia allora, forse riusciamo a conviverci meglio e ci piace anche di più.
Follia."

Qualcosa c'è
che ti fa paura
e rende incerto il tuo volo.
Sarà l'idea
che il tempo si consuma
e l'improvviso sei solo,
come un attore hai scelto il ruolo
di chi è sicuro di se,
ma sai benissimo che la tua arte
è nella parte fragile di te.

Cerca angoli di cielo
fantastiche visioni,
per dare nuova luce ai tuoi occhi
lasciando entrare tutte le emozioni
senza far finta che l'amore non ti tocchi.
Prendi tutti i suoni
dal frastuono di ogni giorno
cerca tra la gente le parole
segui la tua vita
non lasciarla andare
ora è il momento

Perchè non c'è
nessuna differenza
se vinci o se perdi,
quello che conta
che ha più importanza
essere quello che sei.

Cerca angoli di cielo
fantastiche visioni,
per dare nuova luce ai tuoi occhi;
lasciando entrare tutte le emozioni
senza far finta che il dolore non ti tocchi.
Prendi tutti i suoni
dal frastuono di ogni giorno
cerca tra la gente le parole
ama la tua vita
non lasciarla andare
ora è il momento

Prendi tutti i suoni
dal frastuono di ogni giorno
cerca in ogni notte un po' di sole
ama la tua vita
non lasciarla andare
ora è il momento
non aspettare.

Battiti di cuore

sabato, maggio 15, 2010 - Pubblicato da Dan Angelo alle 22:45

Battito di cuore vivo primordiale
Battito di cuore ritmo naturale..
Scorre lentamente, cosi, Cisco in quella calda notte d’estate. Una notte come un’altra all’apparenza, ma come ogni notte non tornerà mai. La notte non è una canzone in loop: è una singola, ma lunga melodia.

E così scivolando tra i battiti, pensavo, rileggevo, scrivevo. E dolce m'era il naufragar in quel mar.
Mar di sensazioni e parole.

"La notte è portatrice di pensieri, di sogni e di incubi severi. La penna è il mio strumento, la suono e l’accordo, non saprò suonare una chitarra, ma il mio scuro inchiostro se la canta. Il canto appartiene solitamente alle più belle fanciulle e le stelle mi osservano incuriosite come alla vista di un pazzo con gli occhi chiusi, poiché affermavo di vedere una delle mie gioie più vere. “Sei un povero stolto” mi dicono “chi vuoi vedere, se solo il buio puoi scrutare?” Risposi “ Oh care stelle, potrei essere anche stolto, ma ascoltate la melodia della mia penna e poi provate a darmi torto. Così chiusi gli occhi.

Eccoti, la vedo. Lei. La fermo e alla sua vista qualcosa dentro di me si apre, si irrigidisce, freme e la mia faccia si veste del solito ebete sorriso. Chiudo gli occhi per avere davanti lei. lei. Sfioro i suoi capelli, li faccio passare tra le dita.. più volte.. giocherellando con quella vivace treccina che mi indica il suo viso. Il suo viso.. lo guardo, scivolando con la mano sulla guancia e sulle sensazioni della pelle fino a fermarmi sul suo sguardo fugace e testardo, anche un po’ ribelle, ma cosi intenso da dover ammettere che spesso mi ci son perso. Con un dito assaggio le labbra, labbra di brividi intensi e parole pesanti. Labbra di una bocca che s’incurva un po’ trasformandosi in quel particolare e splendido sorriso che non può fare a meno di rallegrare anche me. Però lei non finisce qui. Lei è emozionata, arrabbiata, felice, triste. Lei ama. Lei odia. Lei lotta tra le sue paure e le sue incertezze. Lei è un’amica. Lei è fuoco. Lei è pioggia. Lei è vento. Lei è imprendibile. Lei.

E non ci sono né domande né perché.
Lei accelera i battiti del mio cuore.
Lei è amata. E’ amata da Me.
Quando la mia penna si fermò, riaprii gli occhi e le stelle diedero il loro giudizio. “ Non solo sei stolto, ma anche innamorato” Io sorrisi, compiaciuto.

Richiusi lo sguardo. Tu stavi sempre li."


"The triangle tingles and the trumpet plays slow" ♪


Buchi.

Dialogo di un viaggiatore e un passante

venerdì, maggio 14, 2010 - Pubblicato da Dan Angelo alle 02:11


Gocce di pioggia.

Il viaggiatore si era inspiegabilmente fermato, aveva trovato un piccolo riparo sotto un cornicione, e lì interrotto il suo viaggio. Immobile osservava quelle spietate molecole d’acqua che picchiavano incessantemente il suolo, penetrandolo. Nelle sue avventure aveva già affrontato bufere e tempeste, ma stavolta si era fermato. Aprì il palmo della mano, sentì una goccia. Era fredda. Gelida.
Abbassò la testa, era confuso. Disperato.
Le persone intanto correvano avanti e indietro per sfuggire anche loro dalla pioggia, figure spente sparivano dentro case ed edifici senza lasciar traccia del loro passaggio. Così era rimasta la strada. E la pioggia.
Mentre appariva tutto cosi vuoto, il viaggiatore notò uno strano personaggio che camminava lento, ma sicuro sotto quella pioggia. Sembrava che per lui la pioggia non ci fosse, andava dritto per la sua strada. Il passante voltò lo sguardo verso di lui, in quell’attimo successe. Il loro sguardo si era incrociato.
Quella figura si fermò e con stesso passo si eresse davanti a lui.
L’immagine tanto forte e imponente di tale creatura, si rivelò il dolce sguardo di una giovane fanciulla. Lei lo guardò negli occhi e gli mostrò un candido sorriso.
Come se parlasse sussurrando, disse: “E’ una bella giornata oggi, non crede?”
Il viaggiatore impreparato a tale domanda, quasi balbettando rispose: “ehm.. ma… piove.. mm.. non vede?”
La ragazza come guardandolo con comprensione continuava a sorridere con lo sguardo: “ Si, lo vedo. E allora?”
Sospirò per un momento e poi rispose.
“Allora non è un bel tempo..”
“E’ un brutto tempo? Forse perché lei vuole vedere brutto tempo, ma mi dica.. Lei cosa fa nella vita?”
“Viaggio. Osservo il mondo. Lo contemplo.”
“E perché se ne sta fermo?”
“Ho le scarpe pesanti.. Mi sento stanco. Ora mi sembra tutto cosi brutto..”
“Ti sembra, ma non deve essere necessariamente così. Apri bene gli occhi guarda bene.” Indicò il cielo. “Cosa vedi?”
Egli alzò lo sguardo cercando di vedere qualcosa. “Vedo soltanto nuvole. Nuvole scure.”
“Ne sei certo? Sono quelle nuvole che ti impediscono il cammino? Che ti prendono tutta la tua energia?”
Il viaggiatore riabbassò lo sguardo “No, non credo.. non lo so..”
La fanciulla allora, accarezzò il suo viso e gli fece riosservare il cielo. “Ma non vedi che il cielo in cui viaggi è sempre lo stesso ? Non vedi le straordinarie cose che ti accadono ogni giorno. Questa fredda e gelida pioggia disseterà piante, animali.. sarà vita. E te che non vuoi più viaggiare, non ripensi alle incredibili cose che ti sono successe, che non avresti mai pensato sarebbero accadute? Non fermarti, vivi. Ci sono tante emozioni, momenti che dovrai tenere stretto, per viverne altri e altri ancora.”
E cosi apparve. Il sole. Luce.
“Ora ti chiederai se ne vale la pena. Si ne vale la pena. Avrai visto distese verdi e isole, non è stato meraviglioso? Non te ne accorgi allora, delle cose stupende che ti accadono? Hai ancora mari e montagne da raggiungere, guardare e raccontare, trasmettere agli altri. Non fermarti. Prendi ciò che ti serve e vai per la tua strada. E non far piangere il tuo cuore la fuori. Fallo ridere di tutte le cose che ha fatto tesoro, sta facendo tesoro e farà tesoro. Immensamente Preziosi… Come Polvere di stelle.”
Il viaggiatore ebbe un sussulto. La luce del sole lo accecò. Vide i suoi viaggi. I suoi prati. Le sue isole. Stropicciò gli occhi. La fanciulla si era dissolta come neve al sole.
Era il momento di alzarsi e avvicinarsi a quello che poteva farlo sorridere.
Lui…
Viaggiava.

Era più facile

giovedì, maggio 13, 2010 - Pubblicato da Dan Angelo alle 00:54
"E il cuore mi va in pezzi, certo, in ogni momento di ogni giorno, in più pezzi di quanti compongano il mio cuore, non mi ero mai considerato di poche parole, tantomeno taciturno, anzi non avevo proprio mai pensato a tante cose, ed è cambiato tutto, la distanza che si è incuneata fra me e la mia felicità non era il mondo, non erano le bombe e le case in fiamme, ero io, il mio pensiero, il cancro di non lasciare mai la presa, l'ignoranza è forse una benedizione, non lo so, ma a pensare si soffre tanto, e ditemi, a cosa mi è servito pensare, in che grandioso luogo mi ha condotto il pensiero? Io penso, penso, penso, pensando sono uscito dalla felicità un milione di volte, e mai una volta che vi sia entrato." [Jonathan Safran Foer - Molto forte, incredibilmente vicino]


Nella vita ci sono cose per le quali vale la pena di lottare fino in fondo. Tu ne vali la pena.
Ci devo pensare un pò su. Convincimi.

Magari capire.

Un po' lo sono

lunedì, maggio 10, 2010 - Pubblicato da Dan Angelo alle 20:59

OrientamentoFunzione dominanteFunzione d'appoggioFunzione terzaFunzione inferioreTendenza
IntroversoSensazioneSentimentoPensieroIntuizionePercettiva



Il tipo introverso sensazione è una sorta di spugna umana. Assorbe la realtà che lo circonda. Quando incontra qualcuno o qualcosa è in grado di percepire un numero sorprendente di dati e di sfumature. Visto dall’esterno, questo tipo può sembrare poco coinvolto con quello che avviene intorno a lui. In realtà sta assorbendo tutte le informazioni che i suoi cinque sensi sono in grado di fornirgli. Può essere difficile per chi gli sta intorno capire questo suo processo di assimilazione della realtà. Le sue reazioni esterne possono essere lente ma quelle interne sono invece profonde ed intense. È generalmente una persona tranquilla e gentile. È molto concreta e di poche parole. Tende a essere molto modesta, a volte in maniera anche eccessiva: può correre il rischio di sottovalutarsi. È comunque una persona che non si vanta di quello che fa. Dei 16 tipi, è quello meno presuntuoso di tutti. Dato che la sua funzione di appoggio è il sentimento, è sensibile alle persone, alle loro reazioni e situazioni. È anche molto sensibile alle sofferenze altrui. Come tutti gli introversi tende a essere molto riservato. Si confida soltanto con poche persone pur avendo una buona capacità di stabilire un rapporto con gli altri. La sua funzione inferiore è l’intuizione. Non è pertanto portato a grandi slanci della fantasia e non cerca di elaborare una visione strategica quando affronta un compito o una situazione. Può venire colto di sorpresa da eventi che avrebbe anche potuto prevedere. Non è particolarmente interessato ad imporre una sua visione o organizzazione delle cose. Preferisce seguire la via della flessibilità e dell’adattamento. Con le persone è tollerante e comprensivo. È leale e ha difficoltà a stare in ambienti dove c’è poca armonia. Non è una persona critica ed è difficile che parli male di qualcuno. Attribuisce una grande importanza alla vita familiare. La sua concretezza lo porta a semplificarsi la vita e ad apprezzare la bellezza delle cose semplici. Ama la natura e gli animali. Sul piano lavorativo può essere particolarmente a suo agio in posizioni che comportano un contatto con le persone. Può essere attratto da lavori con una componente sociale. È capace di una notevole dedizione in campo professionale.

Consapevolezza

domenica, maggio 09, 2010 - Pubblicato da Dan Angelo alle 12:56

Fate l'amore non, fate la guerra / dicono gli hippy dall'inghilterra /
sta scritto sui muri e sui cartelli / lo trovi anche da feltrinelli /
amare è facile per chi ha il conto in banca / e non deve trattare con il padrone /
Ma noi diciamo morte al padrone / guerra di classe / Rivoluzione.

Qualcosa non va. E lo si può vedere qui, lo si può vedere li, lo si puo vedere laggiù. Cos'è che non va? La risposta è molto semplice. La puoi trovare negli occhi di un vecchio malato, di un bambino che piange, in un operaio, in un minatore, in una madre, magari nel tuo stesso vicino. C'è tanta ingiustizia nel mondo. E' facile coprirsi gli occhi e vivere. O ancora peggio è facile aprire gli occhi e fare finta di niente. Accendiamo il televisore. Possiamo vedere povertà, guerre, calamità e distruzione. Pane quotidiano. Eppure a noi non ci tocca, quindi va bene no? Se non avvertiamo il dolore attorno a noi, se non vediamo terremoti, se non vediamo guerre, se non vediamo la PAURA, la RASSEGNAZIONE allora tutto va bene. Ma guardate il nostro pianeta, del suo bel colore blu, bello non credete? E noi lo abitiamo. Siamo abitanti della Terra. Lo siamo tutti no? Abbiamo una casa, un lavoro, un famiglia, magari anche dei bambini. Tuttavia apro il giornale. Mi parla di popoli che sembrano tanto lontani, eppure come me lui abita il nostro bel pianeta. Ma una casa, un lavoro o solo da mangiare o da bere, Lui non c'è l'ha. Perchè? Il suo sangue e' rosso come il mio. Il suo sorriso e' come mio. Il suo cuore è come il mio. Le sue lacrime sono come le mie. Ma la sua vita non è come la mia. E io mi chiedo perchè? Perchè?
Io Mangio. Io Bevo. Io Vivo.
Lui Non Mangia. Lui Non Beve. Lui Non Vive.
Qualcuno abbia il coraggio di dire che è giustificata tutta questa ingiustizia, di dire che è meglio fregarsene, di dire che tanto non tocca a noi. O qualcuno abbia il coraggio di dire che dato ciò siamo fortunati e quindi godiamo di questo.
Ma è così folle voler cambiare le cose? E' così sciocco volere quell'uguaglianza sociale che ci dovrebbe essere in questo mondo?
Quando il dolore è vicino e lo avvertiamo, sappiamo agire, vogliamo curare. Ma rendiamoci conto che il dolore di un bambino, di una madre, di un anziamo, di un adulto è presente ogni giorno, ogni ora, ogni minuto. Ma vogliamo tutto ciò? Mentre noi dormiamo, sogniamo, desideriamo. C'è chi non dorme, non sa cosa siano i sogni e non può che desiderare di vedere il sole del giorno seguente.
Mentre dall'alto i potenti se ne stanno sulle loro nuvole, a guardare le persone come se non contassero nulla e si sfidano tra di loro seduti davanti a un gioco da tavola. Vogliamo continuare a fare le pedine? O vogliamo cambiare, vogliamo quella giustizia e quei diritti che dovrebbero godere tutti gli uomini?
Voglio un mondo dove tutti abbiamo le stesse possibilità, magari senza i soldi. Un mondo dove non c'è nessun potente. Un mondo dove non c'è nessun povero. Un mondo senza armi, senza sottomissione. Un mondo senza ingiustizie.
Un mondo dove guardare in alto e poter dire con certezza che viviamo tutti sotto lo stesso cielo.
Fosse facile come nello scriverlo..

Passi

martedì, maggio 04, 2010 - Pubblicato da Dan Angelo alle 23:40

Camminava.

Dalla penombra dei palazzi di quella piccola via immersa nell’immenso abbraccio del labirinto della città, si intravedeva la figura di un vagante ragazzo moro illuminato dalla luce di un lampione che colpiva i passanti nascosti dall’oscurità della notte. Il suo passo era stentato, sembrava avere le scarpe troppo pesanti di un fardello invisibile agli occhi. Mp3 in tasca e cuffiette all’orecchie, teneva la schiena inarcata a causa dello sguardo basso che sembrava fissare ogni centimetro di strada che percorreva. Pioveva. Era una pioggia fine e leggera quella che lo accompagnava, le stesse timide gocce cadute dall’alto del cielo si potevano osservare nella loro violenta discesa, anch’esse illuminate da quella luce artificiale. Viaggiando senza biglietto e senza destinazione, il lettore musicale faceva andare l’ennesima canzone che sembrava far da sottofondo alla storia della sua vita. In realtà osservava i suoi stessi passi. Erano muti di sordo silenzio.

E anche quel giorno pioveva. La luna cercava a stento una finestra tra le nuvole. E anche quel giorno si potevano osservare dei passi. Erano armoniosi e il loro posarsi sulla terra suonava come una zuccherata sinfonia. Quel caldo suono sembrava quella di una dolce camminata di due gambe felici, ma in realtà erano quelle di quattro. Si. Due corpi si muovevano cosi in sintonia che il loro andare sembrava quella di una sola persona. Musica.

-Assurdo- disse sottovoce il ragazzo.

La sua ombra era proiettata al suolo e si fermò un istante a osservarla tra le scure pozzanghere che la facevano da sfondo. Solo lei seguiva ritmicamente i suoi passi. Cambiò canzone.

Camminava.

Bolle di sapone

lunedì, maggio 03, 2010 - Pubblicato da Dan Angelo alle 00:42


Sorrisi così spontanei
che fan paura doverli ammettere.
Visione opaca e appannata
di un chiaro imprevisto
in uno strano tracciato.

Imprevisto d'azzurro.

Tra polvere che si accumula negli angoli
Stupore di un vento nuovo
che mette dubbio e incertezza.

Profondità di parole che riflettono il cielo
il pensiero sussurra
tremolanti immagini
rubati a abbracci così cercati.

Sensibilità tornate
di valigie chiuse nei corridoi
e di vuoti svegliati da luce di candele
con lo sguardo distratto da una bolla di sapone.

Pallidi Collage

domenica, maggio 02, 2010 - Pubblicato da Dan Angelo alle 21:39
Oggi è un giorno pallido.
Non ho fatto niente.
Le idee sbiadiscono.

Ho sbagliato per sbagliare non perché lo dite voi. E non mi pento proprio, sono in riserva ormai. Io ci credo in quel che voglio e forse voglio farmi male Ma non mi riconosco in quello che conviene. Mi piace scivolarvi fuori da ogni calcolo Per riportarmi in riga servirà un miracolo

Sento il bisogno di qualcosa di forte un'emozione che sbatte le porte ma io lo so dove devo cercare seguo il rumore, non mi posso sbagliare Rumore viene dalla televisione ventisei pollici d'informazione eco del mondo che rimpalla sul muro trapassa i nervi, rimbalza canguro. Rumore, Rumore, Rumore mi vibra forte nella testa dolore

Mi serve troppo perdermi per starmene con me Che il tempo porti polvere che il vento piano spazzi Ricordami di ridere un altro dei miei debiti Ma quanto devi correre per stare a tempo dietro a me Io vivo in un satellite che gira assai lontano ma addosso ho troppa ruggine per ritornare in fretta a terra qui da te
Sparami...
mira al centro
fallo a tradimento
che il mio cuore è di cemento e un colpo solo non lo sento.

Solo vita che viene, solo vita che va Rivoltando le genti e le città Con il culo in Europa e il cuore in Africa. Scoperchiamo il futuro che verrà