Diari di bordo

giovedì, gennaio 13, 2011 - Pubblicato da Dan Angelo alle 01:47

(...) Ogni mia preoccupazione è volata via come vapore: era tutta supposizione della mia testa.
Alla fine non si tratta di essere sicuri delle proprie qualità, bensì si tratta di lasciarsi andare come il nostro essere si manifesta e vedere come va.
E se va come volevamo tanto meglio.
E se non va, significa che dovevamo imparare qualcosa.
E se non facciamo niente… NON FACCIAMO NIENTE.
Inibizione.

Scrivo in prima persona, anche se di solito non mi piace farlo. Mi sento esposto, vulnerabile nel farlo.
Perché sono io. Così. Sparato. Diretto. E non mi piace stare nudo senza protezioni.
Se lo faccio significa, il più delle volte, dovermi in qualche modo alleggerire o svuotarmi. Così di getto. Così io. Io.
Ma non stavolta.
In questi giorni fantastico. (...)

Appunti Steve Mccurry - Portraits

(...) Diventa un problema. Uno di quei dannati piacevoli problemi. E me ne dovrei distanziare solo perché ho il terrore della verità e della realtà che potrebbe deludermi e non voglio affrontarla. Basta. Basta. Ogni volta lo stesso blocco. Ma buttarsi così solamente a capofitto? E lo sai benissimo. Eppure ti fermi sempre. Basta. STOP.
Dai retta alle tue sensazioni. Non solo quando puoi farlo senza danni. Perché danni non ne fai. Al massimo te ne fai a te stesso. Dai, cazzo. (…)

(...) A quel pensiero che a piccoli sorsi lontani, potevo alimentare. Poterlo alimentare mi agitava, mi strappava un sorriso. Mi permetteva di fantasticare su quella persona sconosciuta e alla mia idea di lei. Volevo avvicinarmici, sussurrarle timidamente a distanza e ogni piccolo segno che lei fosse pronta a tendermi la mano mi estasiava i pensieri. Bella Botta.

Ho voglia di imparare, continuamente e costantemente. Ci vuole impegno e concentrazione.
Sapere. Sapere. Sapere. Imparo. Imparo. Imparo.
Forza, determinazione.

Di notte è più bello. Vogliamo buttarci.

Quando tutto ciò diventa improbabile e incomprensibile e incontrollabile non sappiamo gestirci e ci piace.

(...) Continuare a migliorarmi.

E alla fine va sempre così, tanto per caso, per coincidenze o per destino che sia. Una persone che stava lì all’angolo della tua vita, un giorno prende, si avvicina e ti altera l’equilibrio della tua esistenza. E mi sta prendendo. Diamine… per ogni parola detta in più, ogni attimo che si condivide… ci si sente più vicini e legati come due persone piano piano si annusassero finché non conciliano il proprio odore con quello dell’altro. Ci dovrebbe essere una certa chimica, un certo determinato tempo per far in modo che questo avvenga così spontaneamente e incondizionatamente. E la voglia nascente che tutto ciò avvenga. E’ qualcosa di profondo e speciale. Avvolgente.

(...) sentire i suoi occhi che guardano, anche se mi imbarazzano (...) scorrere delle morbide mani (...)

(...) Non è una giornata vissuta. Credo invece di essere un po’ apatico. Fermo appunto: vorrei che un po’ tutto il resto lo fosse… giusto per darmi un po’ di tempo. In realtà sono così pieno di parole che non voglio usarle. E sono a migliaia.
Cado. Semplicemente cado.
Ma rimango lì sospeso:
tra una cima non raggiunta e
una terra su cui scontrarsi che non vedo.

Press play

martedì, gennaio 11, 2011 - Pubblicato da Dan Angelo alle 04:03
il mondo che cerchi
si mette in pausa
tu guardi i centri
ti metti in pausa

Il costo dei valori scende
solo accessori aggiunti
lì la lampada pende
insignificanti sconti

la vista è ferma
frenata dalla voglia
sempre lì l'orma
seduta rimane spoglia

Poi senti insorgere
il volare della polvere
fuori non è pausa
dentro è pausa

Press play.