Ti racconto le filippine

mercoledì, dicembre 07, 2011 - Pubblicato da Dan Angelo alle 06:14
Allora non saprei bene dove iniziare, ma allora iniziamo con ordine mm.. Erano 6 anni che non tornavo nelle Filippine e al tempo avevo 15 anni: occhi diversi, pensieri diversi insomma tornare qui a 21 anni era un'altra cosa!
Il viaggio è abbastanza straziante, aereo per lo scalo a Dubai che ci mette circa sulle 6 ore su per giù e attesa di 3 ore per il prossimo volo. Così mi inoltro a girovagare per Dubai, diciamo meglio l'aereoporto di Dubai. Lucido, sembra passato a cera ovunque e le luci che rimbalzano da una parete all'altra. E' interessante come qui l'oriente si mischi con l'occidente come centrifugati insieme: europei, americani, asiatici, e mediorientali si affiancavano come se fosse normalità di tutti i giorni. Vedere seduti accanto sceicchi dai lunghi vestiti bianchi e occidentali dagli eccentrici cappelli erano come i soggetti di qualche strano reality show. E tutto comunque era unito in questo interessante mix che non mi dispiaceva affatto in fondo, appariva quasi come una società omogenea come poche lo sono davvero. Lasciate alle spalle i canti provenienti dalle sale di preghiera, presi il secondo aereo stavolta diretto a Manila.. altre 8 ore e arrivai finalmente.
La prima impressione è come l'olfatto sia colpito da una serie innumerevole di odori fortissimi. Sembrava di usare di nuovo l'olfatti, di sguazzare in un mare di profumi che venivano da tutti le parti. Erano cibi cotti, fuochi più in la, le auto, non so sembrava come se tutto impregnasse di un odore proprio.
Ovviamente poi faceva caldo, l'umidità ti stava addosso.. ma come dire poco a poco ti ci abitui! Inoltre nelle Filippine le giornate son piuttosto corte, alle 6 il sole già sta sulla via dello scomparire, così quando arrivai lì era buio.
I primi giorni furono abbastanza "d'ambientazione". Era veramente una sensazione strana, perchè era come se tutto luoghi e persone fossero in un posto lontano della mia mente e che quindi non mi erano nuovi. Sentivo come se oramai io fossi passato che non potessi più sentirmi presenza all'interno di quel luogo, me ne sentivo tirato fuori tempo fa orsono e ormai ne ero fuori. E tutto era come un capitolo finale di un libro, in pochi attimi mi si palesava lo stato delle persone e dei luoghi di anni prima. Non ho mai avvertito così fortemente la mano del tempo e qui la vita è molto più veloce.
C'è chi va e c'è chi viene no? Qui molti amici e cugini con cui passavo del tempo ormai ha un marito e dei figli, lavora cercano di andare avanti e c'è chi è andato lontano. Era strano ai miei occhi vedere tutto questo molto velocemente.
Io stavo a casa dei miei nonni, che si trova nella città provinciale di San Pablo a 2-3 ore da Manila a sud. Le città sono brevemente strutturate in questo modo: l'area urbana principale in cui vi sono servizi, negozi ecc. si trova più o meno al centro e si chiama "bayan" e a partire da questo centro si diramano strade verso l'esterno che sono divisi poi in una specie di quartieri/settori chiamati barangay dove sono situati i centri abitativi. Io per esempio stavo nel barangay di San Buenaventura.
Lo stato finanziario delle famiglie si nota soprattutto dalla bellezza e della grandezza della casa, insomma più avevi una casa bella più eri benestante. Chi stava meglio ha solitamente la casa sulla strada. Ovviamente salvi rari casi non sono frutto di qualche genio architettonico, bene o male si trattavano di un tetto di ferro spiovente e quattro mura di cemento. Le abitazioni comunque sono sempre basse, raramente di due piani e abitate da famiglie che generalmente sono molto numerose; tuttavia è qualcosa che apprezzo volentieri poichè aiuta tantissimo la socializzazione.. per esempio capita spesso di vedere le persone che passano di strada davanti la propria casa e poterle anche solo salutare e scambiarci due chiacchiere!
La casa dei miei nonni rispetto alla strada si trovava più all'interno della foresta e per arrivarci bisogna attraversare dei sentieri in terra battuta che diventavano scivoli di fango quando pioveva. Le abitazioni più all'interno erano in genere delle persone meno benestanti, quella dei miei nonni era un'eccezione e infatti negli anni l'avevano ingrandita sempre più.
Per far notare la differenza ti voglio far l'esempio che vicino c'è la casa dei miei cugini che sono in totale 6 fratelli (più alcuni con figli) e vivono in un'abitazione modesta e non c'è l'acqua correnta. Fanno il bagno vicino al lago dove scorre dell'acqua potabile e da cui prendono taniche d'acqua che portano in spalla ogni giorno, giustamente raccolgono anche l'acqua piovana. Inoltre non c'è il gas per cucinare, si usa sempre la legna. E non ho potuto non provar dispiacere, veder lampanti disparità come queste mettono un sacco di rabbia.. Veder con i propri occhi cosa significhi guadagnare il cibo è davvero diverso che leggerlo e vederlo in tv. La cosa che più mi ha fatto piacere e forse la cosa più bella che mi porto dal viaggio è che nonostante le disparità, mi son sentito dire dalle persone meno fortunate attorno alla casa dei miei nonni che sono come uno di loro, che mi hanno apprezzato che non sono schizzinoso o altro e che in qualche modo mi son riuscito a mischiare tra loro, mangiare con loro e stare con loro. E' stato come riscoprire i lato più semplice della vita, che non serve infondo tutto il denaro per essere comunque soddisfatti.. infatti c'era questo mio zio che vive raccogliendo le frutta che mi diceva "a me non interessano troppe cose, sto qui, lavoro e faccio il mio. Mi piace il posto in cui dove sono, mi faccio qualche bevuta con gli amici e sto bene". Mi aveva molto sorpreso la genuina semplicità con cui mi diceva quelle parole, quasi lo invidiavo. La figlia più grande di mio zio, Ayza.. quindi reincontrai aveva due figli. Un tempo, a 10 anni passavamo sempre il tempo insieme quando stavo lì. L'ho osservata tenere e accudire i proprio figli in braccio e forse per la prima volta ho notato la bellezza della maternità, di come era bella lei nei suoi gesti e nel suo essere madre. Era una dolcezza che non mi è rimasta indifferente.
E a proposito, è pieno di bambini lì! Una differenza dall'Italia è l'età media molto bassa, è piena di giovani e bambini. E' bellissimo e anche stancante avere questi bambini attorno. Non so bene perchè, ma per un motivo o per l'altro gli stavo molto simpatico e più e più volte mi prendevano come un albero da arrampicare eheh.. Era dolce come una bimba si facesse tranquillamente imboccare da me e non da altre persone. Hanno degli occhi così meravigliosi i bimbi, così giovani, vivi e soprattutto curiosi e sinceri. Non possono non strapparti un sorriso. :)
San Buenaventura è come un paesino dove ti conoscono tutti, basta che sappiano di chi sei figlio e poi è molto facile trovare un parente di qualsiasi genere! Mi capitava spesso di esser chiamato da persone che non conoscevo. In generale tutte le persone sono molto gentili e socievoli, ti puoi sentire davvero a casa.. anche se a volte essendo abituato a Roma mi mancava il fatto di poter girar da solo senza che nessuno mi conoscesse, a volte puo soffocare un po.
Per spostarsi verso un altro barangay o verso il bayan si usano i tricycle o più spesso le jeep. Ci sono queste Jeep lunghe che passano la strada e fanno un percorso prestabilito, aspetti sul ciglio della strada e quando ne passa una fai cenno con la mano per farla fermare e salirci. Si entra da dietro, e all'interno si sta seduti sui sedili ai lati. Capita di stare molto stretti e si paga al conducente direttamente che in modo quasi acrobatico mentre guida gestisce soldi e resti. La socialità mi sembra enfatizzata anche all'interno delle jeep poichè i soldi vengono passati mano per mano dai passeggeri all'interno, quindi c'è un passare continuo di gentilezze automatiche all'interno del veicolo. Poi per scendere si batte sul tetto e si dice "para" e come magia il mezzo si ferma solamente per te! Le jeep sono tutte personalizzate a secondo del gusto dei proprietari, quasi sempre c'è una citazione in cui c'è un riferimento religioso a Dio.
La religione è qualcosa di intrinseca all'interno della società filippina, essere credenti e cattolici è normalità.. anzi sarebbe stranissimo non esserlo. Mi è capitato di avvertire come reazioni di stupore quando affermavo di non essere molto religioso (Che bello essere l'eccezione ahah)
Il Bayan, il centro è un posto affollattissimo di macchine e jeep. L'inquinamento è altissimo causato sicuramente dagli scarichi non proprio a prova d'ambiente. I semafori si contano sulle dita della mano, quindi il caos stradale è completo nelle ore di punta. Generalmente si va in Bayan se si lavora lì, se si va a fare compere o se la propria scuola si trova al centro. Si possono notare al lato della strada i numerosi fili penzolanti dai pali di legno e che si diramano come ragnatele ovunque tra le miriade di insegne che riempiono le strade. Insegne, che sono molto diverse da quelle luminose che abbiamo qui in Italia.. solitamente son tutte colorate in vernice, messa una appiccicata all'altra. Come la gente che viene e va, si nota bene come i gruppi di persone si possano identificare dalla propria divisa o di lavoro o scolastica: si potrebbero classificare tranquillamente a una prima occhiata. Poi ovviamente quelli vestiti in modo più "casual" le potrei relegare alla classe "sto annà a compra da magnà" per dire in spudorato romano! Dal caos esterno, è sorprendente come siano molto efficienti, puliti e ordinati i locali all'interno di negozi e ristoranti. Tutto è posizionato col massimo ordine e valanghe di commessi e commesse di trattano come il miglioe cliente chiamandoti con l'appellativo di "Sir" o "Miss".
Tanti poi sono gli studenti e le studentesse che vanno in giro dopo la fine delle lezioni e vedi questa moltitudine di giovani in divisa che se ne vanno in lungo e in largo. Se dovessi fare un paragone con l'Italia, gli unici punti in comune che potrei trovari ahimè son le banche e i fast food.
Tornando alla tranquillità della casa dei miei nonni, questa si trova in mezzo alla vegetazione. Si può notare le palme spuntare in alto e qualsiasi cosa attorno a te prende una sfumatura verde. Ovviamente devi farti abitudine degli insetti, che c'è ne sono a bizzeffe! Le nuvole nelle Filippine son velocissime, se ti fermi con la testa rivolta verso l'alto le vedi come viaggiano a una velocità straordinaria, infatti il tempo come le nuvole cambia anche lui a una velocità straordinaria. Siccome poi era la stagione delle pioggie, c'è stato anche un tifone che ha tirato per 10 giorni. Non ho mai visto così tanta acqua cadere tutto insieme, sembrava che tutto il cielo dovesse scendere. E per 10 giorni non aver altro per la testa il rumore incessante della pioggia che picchia a terra, sentendo così solo rumore rumore rumore come un disturbo di sottofondo che copre la maggior parte degli altri suoni. Diciamo che la pioggia è un elemento indissolubile.
Ovviamente quando c'è bel tempo fa caldo e anche se si sta fermi si sente tutta l'umidità del mondo appiccicarti adosso e l'unica soluzione è una doccia. Non c'era sensazione migliore di una doccia fredda e rigenerante!
Come ho detto in precedenza, la vita delle persone in genere è molto semplice. Le persone cercano di studiare, chi non ce la fa si mette subito a lavorare. Non c'erano di solito grandi aspirazioni nella vita, basta avere una bella e buona moglie o marito e trovare il modo di fare soldi. E ovviamente i figli che nascono a flotte, penso anche che sia dovuto dal fatto che l'uso di contraccettivi non è ben visto. Per esempio mi han raccontato che se a scuola ti trovano un preservativo te lo requesiscono!
Da parte mia la comunicazione per me a volte era un fattore molto frustrante. La difficoltà di comunicazione e quindi la possibilità di intraprendere una vera discussione rendeva il fatto molto snervante. In qualche modo oltre a frasi molto semplici era come essere in qualche muti e non poter dire davvero quello che si ha nella testa. Per questo motivo non sono mai riuscivo ad approfondire certe cose e questioni. Anzi pensa che l'unica persona con cui ho avuto una discussione stimolante, è un mio parente laureato in ingegneria elettronica con cui abbiamo parlato di libri, film, di problemi e di società. Quindi una chiaccherata piacevole, anche se ovviamente lui prendeva un po troppo come riferimento Dio dal mio punto di vista eheh. Ma al di là di questo, la cosa sorprendente è stato scoprire in seguito che lui era matto ed era in cura, per questo i genitori erano tornati dall'Italia.
Uno dei spettacoli più belli secondo me è la notte. Tra il rumore dei grilli tra gli alberi, si può osservare un numero infinito di stelle sovrastare la propria testa e rendersi conto che sembrano proprio appesi lì sul cielo quei puntini luminosi. Sarei stato ore e ore con la testa all'insù fino a farmi venire un bel torci collo. Poi quando le stelle fanno spazio alla luna, questa l'illumina tutto intorno a sè come un grande faro pronta a sorvegliare e controllare l'oscurità nascosta dentro di noi.

Le Filippine.. le ho avvertite davvero come una casa dove tornare, come un posto originario a cui sono legato forzatamente. Spesso ho pensato se fossi nato e cresciuto lì, chissà come avrebbe inciso su di me e la mia persona.
Forse ci sono ancora altre cose che dovrei raccontarti. Ma per ora basta così.