Serrande

giovedì, dicembre 01, 2011 - Pubblicato da Dan Angelo alle 05:10


E’ una storia come le altre. Unica come le altre.
Era notte fuori, stava per fare mattina e la luce filtrava tra le fessure della serranda. Disegni sul muro, foto di alberi spogli, post it lasciati un po’ in giro dormivano. Sul letto scomposto c’erano due figure trasparenti vaporosi nella notte. Lei dormiva. Lui non voleva.
Non si voleva perdere un dannato singolo attimo, non poteva perdere tempo a sognare.. lì no. Perché era lì che voleva stare. Cuori urlanti nella notte, si sincronizzano silenziosi come metronomi impazziti. Pelle contro pelle scivolavano i brividi intorpiditi dal sonno e respiri che segnavano attimi dopo attimi.
Occhi gonfi e capelli bagnati.
E’ tutto un tiptap nello stomaco,
ritmata vendemmia spremente occhi
labbra, mani, capelli.
Sconfinata crudeltà, sconfinato amore
e nausea, nausea, nausea.
Bianca e scoraggiata è la vela
trainante il petto, una testa,
una cesta di pensieri: vi affondano piedi
infelici, su vecchie orme di ieri.
L’oscurità regnava, non si poteva vedere nulla. Lui fece in modo di vedere i contorni di lei, dalla fioca luce che veniva. E la fissava. Perso, stava bene.
Crudele il tempo andava, come il conto alla rovescia di un bomba.
Presto doveva andare.
Voleva andarsene silenziosamente, con le scarpe in mano per non far rumore. Lasciando tranquilla lei, nella culla di Morfeo. Così prese i suoi vestiti in mano, li indossò e cercò di svicolare nell’altra stanza.
Ma si sentì chiamare, si girò e vide l’ombra di lei fuori dalle coperte.
E fu un esplosione di grovigli umani.
Collo, palpebre, labbra, naso, mento,
E braccia –
Braccia per abbracciare.
Il sole svegliava le finestre assonnate. Quando cercava di addormentarla e di andarsene, lei con gli occhi chiusi lo chiamava, allungava la mano e gli teneva la maglietta. Quando per un attimo egli riuscì ad andare nell’altra stanza, la trovò con le lacrime agli occhi. Lui si sentiva morire.
La tenne stretta ancora e ancora. “Stai bene ora?” Fece sì con la testa.
Finalmente lei si riaddormentò.
Lui le lasciò un biglietto e se ne andò.
Sapeva.. che quella era l’ultima cosa che avrebbe fatto al mondo.