I'm here to listen to your story

domenica, giugno 10, 2012 - Pubblicato da Dan Angelo alle 01:16

Passi sui san pietrini, il tac tac di ragazze dal tacco alto e il vestito ristretto scandisce le parole sguasciate della clientela di Trastevere. Trastevere inghiotte tra le vie come un formicaio gli operai della città in riposo, in mezzo a un bicchiere di birra e una fumante margherita. Così errano nella propria cupola movente le storie degli uomini, una libreria, un pozzo di racconti chiusi in un paio di scarpe. Scarpe che rallentano il passo, si voltano come gli sguardi di chi le indossa, un occhio su un cartello, un invito innocente. Un sorriso distratto, un apprezzamento involontario, curiosità lasciata sul piatto e chi, i più tentati, offrono parole su cui banchettare. Share my story, why not.
E non è un motto per invadenti social network, è una nuova cornice del quartiere, è il dente cresciuto nella morsa della notte. Orecchie per chi ascolta, bocche affamate di dover dire e far uscire dalla gabbia della propria realtà qualcosa per cui rallegrarsi, intristirsi o semplicemente lasciare. Una mano da allungare, un abbraccio da non rifiutare, senza troppi recinti o muri dipinti.

C'era una volta per te.
E ora anche per me.