Strappo

domenica, luglio 01, 2012 - Pubblicato da Dan Angelo alle 13:12


Una pagina di un libro strappata dal resto della storia, presa di forza dalla imponente mano di un destino triste, così dura e violenta da far male. Uno strappo deciso, talmente di netto che non lascia nient'altro che quello che non si ha. Le righe, una trentina, rimangono asserragliate e rigide, precise in fila dietro l'altra, quasi come tenessero gli occhi chiusi e le saracinesche abbassate, immobili come guardie inglesi di fronte alla più enorme calamità. E le parole, ossa di lettere e carne di simboli, se ne stanno poggiate su di loro appollaiate come corvi che raccontano le sventure di quella terra ormai di sabbia e sassi. Oscura è la loro presenza come rocce legate alla schiena di schiavi che portano il peso di una penitenza inevitabile per ciò che hanno fatto o non hanno adempito. Una sete incredibile rimane attonita e non colmata, fosse acqua di lago sarebbe altra strada, ma il sole non sorge e son scarpe rotte costrette ad andare. Quindi è solo acqua di mare, che rispecchia sotto un ghigno sbeffeggiante l'aspetto ridicolo. Meglio evitarlo.
Un codice a barre sulla coscienza, eppure questo mondo non sembrava cattivo.
Con le mani si facevano castelli e un giorno son caduti, caduti per sbaglio. Ad andare dalla parte sbagliata si muore.
Passava solo una nuvola quel giorno, eppure in quel sole mi han ammazzato e son ancora vivo.