Linee

giovedì, dicembre 31, 2009 - Pubblicato da Dan Angelo alle 05:20


Qualcosa stava cambiando.
Nell'immortale scorrere delle stagioni chissà quanti bambini nascevano, chissà quante genti morivano, chissà quante persone vivevano. Esseri meravigliosi e strani gli esseri umani. Nella semplicità della vita vagavano nel mondo nella loro assurda complessità. Straordinariamente e orribilmente avanzati.
Nascere. Vivere. Morire.
Pantenza. Viaggio. Arrivo.
Il paradosso è evidente. La partenza avviene inconsciamente, il viaggio è una totale incognita e, solitamente, l'arrivo significa paura.
Il mondo è il vasto scenario dove innumerevoli percorsi si scontrano, si dividono, più lentamente, più velocemente, parallelamente, in senso contrario.
Infinite sono lo mani che, tenendo in mano diverse matite, tracciano la propria linea. Anche Nicholas tracciava la sua. Era un momento molto particolare della sua vita.
La sua linea dritta come un diaframma piatto stava pian piano riprendendo vita, ricominciava a battere. La punta della sua matita aveva sofferto, levigata dalla lama del temperino. Era una punta particolare estremamente morbida, sensibile.
-Il fatto è che io vivo troppo le mie emozioni- disse il ragazzo.
Nicholas splendeva. Nicholas si spegneva. Nicholas era una luce di natale.
Buffo.
Si sentiva vicino a qualcosa. Che stupido. Chiudeva gli occhi. Sorrideva. In quel luogo quando la luna brillava, non c'era bisogno del sole.