Conversazioni

giovedì, settembre 27, 2012 - Pubblicato da Dan Angelo alle 16:45


Julien aprì le tende, mentre il sole faceva luce sui suoi capelli tesi a veranda. Le pieghe della coperta descrivevano vallate alternate a onde di mare. Un naufragare.
Si sedette mentre cercava le parole da dire in fondo alla corteccia del suo animo.
-Ne vale la pena? Una domanda che pone un rischio e una posta in palio, ma non è solo quello. Sei disposto a metterti in gioco? Rimanere lì dove sei non fa altro che tenerti lontano dai tuoi dolori e mantenerti su una quiete opaca, peggio ancora. Perdere il senso del gusto non ti fa onore. Voglio solo trovare un modo per farti uscire dalla tua gabbia dorata e falsa. Falsa perché l'aspetto inganna, le sbarre appaiono seducenti come non mai e cercheranno sempre il modo che tu non riesca a fare a meno di loro. Sii forte, voglio che tu lo sia, perché, diavolo, al solo pensare al tuo modo di stare inerme mi vien da mordermi le labbra fino a sanguinare. Ma il sangue non è il mio, è il tuo.
Bisogna esser spietati con se stessi, se da se stessi si vuole ottenere qualcosa di migliore. E so meglio di te, che lo vuoi.
E cavolo. Esci e prendi ciò che non riesci. Tu che puoi, diamine!-.
Dalla profondità delle coperte un sussulto, un pianto e un sollievo.