PROCESSO DI BOLOGNA: UN FALLIMENTO CHE DURA DA DIECI ANNI!

martedì, marzo 09, 2010 - Pubblicato da Dan Angelo alle 18:09

Il 12 marzo 2010 è l’anniversario del “Processo di Bologna”, quel piano della Comunità Europea ideato per unificare e aziendalizzare le università, rendendole definitivamente subalterne alla logiche del profitto, col chiaro fine di creare professionalità a basso costo.
In quei giorni i veri responsabili del declino del mondo della conoscenza si incontreranno a Vienna e a Budapest per compiacersi dell’opera distruttiva cominciata in quel 12 marzo 1999. In contemporanea in varie città europee studenti scenderanno in strada per affermare ancora una volta la loro forte opposizione tanto al “processo” quanto alle odierne autocelebrazioni. 
In Italia la strada indicata dal processo di Bologna ha trovato concretezza nelle varie riforme dell’istruzione susseguitesi negli ultimi anni, sotto diverse bandiere politiche, ma uguali nel progetto di fondo. Ultima tappa di questo processo di smantellamento del diritto all’istruzione pubblica è la riforma Gelmini, che dopo aver attaccato l’istruzione superiore lo scorso autunno, si rivolge oggi, finalmente all’università. Completando quel programma di sterilizzazione del sapere critico, iniziato dai suoi predecessori, e sferrando forse il colpo decisivo all’università come bene comune, che già sembrava essere assai lontana nelle leggi precedenti.
L’entrata dei privati nei C.D.A., e la totale dipendenza degli atenei da questi, ribadisce la volontà di subordinare il percorso formativo a quello aziendale-produttivo, relegandolo nel territorio del profitto e della competizione.
Anche gli organi di gestione interni continuano il loro naturale percorso di separazione dal corpo dell’università: sempre più il rettore diviene una figura imperiale, un “primus inter pares” dove i docenti costituiscono l’intero corpo elettorale.
L’istituzione del prestito d’onore, l’affidamento del fondo per il merito alla CONSAP s.p.a. (che come ogni s.p.a ha come fine ultimo il lucro), ribadiscono una volta ancora come le logiche privatistiche e di mercato siano uno dei principi fondanti del disegno politico, sociale e culturale elaborato dal Potere Europeo e dai suoi vassalli nazionali.

A pagarne le conseguenze è il concetto stesso di diritto allo studio, per il quale per anni sono state condotte battaglie dagli studenti e dalle studentesse che hanno a cuore l'università di massa e di qualità: se l'accesso e la permanenza agli studi non vengono più garantiti dallo stato sociale ma da una s.p.a che non tiene più conto delle reali possibilità economiche e materiali ma solo di presunti criteri meritocratici, è chiaro come ci si trovi davanti un'università con una forte selezione di classe, incapace di garantire gli studi anche ai figli e alle figlie di famiglie a basso reddito.
Per di più i tagli e l’aumento delle spese comportano gravi conseguenze non solo sulla qualità dei servizi offerti , ma anche sulle vite dei lavoratori e delle lavoratrici che già subiscono sfruttamento e precarietà, anche grazie agli infami contratti che l’epoca della concertazione ha generato, e che ora si trovano a dover affrontare riduzioni salariali, pensionamenti anticipati e licenziamenti.
Attraversare questa data, tornare in strada, significa riprendere quel percorso di lotta, contro l’attacco sistematico ai beni comuni, che ha cercato di fronteggiare, ministro dopo ministro, riforma dopo riforma, lo smantellamento dell’università, intesa come bene comune, come luogo di libera condivisione di saperi, di massa e di qualità.

Capire come l’università giochi un ruolo fondamentale nel disegno normalizzatore delle istituzioni, vuol dire capire come le lotte interne all’università stessa non possano fermarsi agli studenti, ma debbano oltrepassare i muri degli atenei, intersecarsi, contaminare e contaminarsi con gli latri percorsi di lotta sociale. 
Per questo,  e per la pretesa generale di poter immaginare un presente diverso,  il 12 marzo scenderemo in strada assieme agli studenti e alle studentesse medi/e e universitari/e, per costruire dal basso un’alternativa concreta che sia un'istruzione slegata dalla logica del profitto, basata sul libero scambio dei saperi, di massa ma anche di qualità, luogo di emancipazione e di ascensione sociale, luogo di incontro di soggetti sociali e non di interessi privati.

VENERDI' 12/3 ORE 10.00
PIAZZA DELLA REPUBBLICA

CONTRO IL PROCESSO DI BOLOGNA
LA LOTTA IN EUROPA CONTINUA! 



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